di Giulia Mazzoni
Lo Statuto dell’International Council of Museums, approvato a Vienna il 24 agosto 2007, prevede che per “museo” debba intendersi “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto”.
Avvertendo la necessità di adeguare questa nozione ai cambiamenti globali, ICOM ha aperto un dibattitocirca il ruolo sociale dei musei del XXI secolo. È stato a tale scopo costituito lo Standing Committee on Museum Definition, Prospects and Potentials (MDPP), al quale è stato affidato il compito di studiare e modificare la nozione di “museo”.
Il Comitato ha presentato una proposta che ha definito i musei come “democratising, inclusive and polyphonic spaces for critical dialogue about the pasts and the futures. Acknowledging and addressing the conflicts and challenges of the present, they hold artefacts and specimens in trust for society, safeguard diverse memories for future generations and guarantee equal rights and equal access to heritage for all people. Museums are not for profit. They are participatory and transparent, and work in active partnership with and for diverse communities to collect, preserve, research, interpret, exhibit, and enhance understandings of the world, aiming to contribute to human dignity and social justice, global equality and planetary wellbeing”.
Ritenendo, tuttavia, che la proposta di definizione avanzata dal Comitato non individui il complesso degli elementi che caratterizzano e circoscrivono un’entità sul piano concettuale e neppure risponda alle necessità di chiarezza, brevità e applicabilità in tutti i contesti culturali e normativi interessati, ICOM Italia ha rifiutato la suindicata versione.
L’8 maggio 2019 si è, quindi, tenuta a Milano una giornata di studio organizzata dalla sezione italiana di ICOM e dall’Università degli Studi di Milano che ha raccolto i contributi della museologia italiana alla discussione internazionale allo scopo di addivenire ad una nuova definizione.
La nozione proposta da ICOM Italia, una tra le 267 provenienti da tutto il mondo, ha fatto leva sui concetti di accessibilità, sistema di relazioni e sostenibilità. L’oggetto dell’azione museale è stato ampliato ai paesaggi culturali. Gli scopi, invece, rimangono: promuovere la conoscenza, il pensiero critico, la partecipazione e il benessere della comunità.
In attesa della Conferenza Generale di ICOM che si terrà a Kyoto il 7 settembre, si riporta la definizione proposta dalla sezione italiana di ICOM, ricordando che per il nostro Paese la questione assume anche caratteri giuridici. La nozione di “museo” approvata nel 2007, infatti, è stata recepita dal nostro ordinamento (art. 1, Decreto ministeriale MIBAC 23 dicembre 2014).
La proposta italiana: “Il Museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, accessibile, che opera in un sistema di relazioni al servizio della società e del suo sviluppo sostenibile. Effettua ricerche sulle testimonianze dell’umanità e dei suoi paesaggi culturali, le acquisisce, le conserva, le comunica e le espone per promuovere la conoscenza, il pensiero critico, la partecipazione e il benessere della comunità”.
Quale potrà essere l’impatto della nuova definizione sui musei di natura religiosa e in particolare sui musei ecclesiastici? Voi cosa ne pensate? Ne parleremo al Campus!